I primi anni

Santo Lico nasce a Vibo Valentia l’1 novembre del 1930. Il padre Michelangelo integra le risorse del mestiere di elettricista con i frutti derivanti dai terreni di sua proprietà. La madre Marianna, casalinga, mette al mondo sette figli. Con una famiglia così numerosa, tanti sono i sacrifici da affrontare in un luogo di per sé ricco di enormi potenzialità ma a quel tempo economicamente arretrato.

Sono anni difficili: da poco la vecchia denominazione di Monteleone di Calabria è stata sostituita da quella di Vibo Valentia, a rimarcare la gloriosa storia della città in epoca romana, ma ben lontano è il tempo in cui essa diventerà capoluogo di provincia e il turismo inizierà a fare da traino a un’economia che fiorirà molti decenni più tardi.

Nella foto il Commendatore Santo Lico

Santo è un bambino socievole, con grandi doti di simpatia e di umanità che tutti sono sempre pronti a riconoscergli. È proprio questa una delle sue caratteristiche peculiari: l’esser sorridente, disponibile, attento ai bisogni degli altri, genitori, fratelli, coetanei. Lui è sempre pronto e se gli chiedi qualcosa non ci pensa su due volte: si dà da fare, scegliendo sempre il modo giusto di risolvere le cose. In famiglia è un punto di riferimento per tutti. Perché, oltre ad essere comprensivo e affidabile, è molto capace: concreto, intelligente, creativo, con una rara capacità di saper cogliere quello che i più non vedono. Quel giovane, insomma, ha qualcosa di speciale…e quando ti guarda, con quei suoi occhi vispi, sai che sta guardano oltre, ben al di là dei confini del luogo in cui è nato.

Tempi di guerra

La scuola gli piace ma è difficile portare a termine gli studi, soprattutto se i figli sono tanti. La seconda guerra mondiale è alle porte e, quando scoppia, lui è ancora un bambino. Ricorda bene Santo quei tempi di paura e per molta, troppa gente, anche di fame.

Il ’43, in particolare, è un anno terribile: Vibo Marina, proprio dove i Lico hanno il loro terreno, viene bombardata più volte dagli alleati. Porto Santa Venere, così viene chiamata fino alla fine degli anni Venti la località di Vibo Marina, è oggetto, l’8 settembre di quell’anno, di uno sbarco alleato e di una sanguinosa battaglia che contribuiranno ad accelerare la ritirata tedesca dalla Calabria. Quella sera stessa viene firmato l’armistizio di Cassibile, con la resa italiana, che non significa, tuttavia, la fine della guerra. Ma, almeno per una parte del Meridione, comincia un nuovo capitolo.

Le prime esperienze di lavoro

Finite le scuole medie, Santo comincia i suoi studi all’Istituto Industriale per diventare perito elettrotecnico ma questo non appaga il suo bisogno di autonomia e, soprattutto, quello, ancora più pressante, di mettersi davvero in gioco. Così, dal momento che il papà è elettricista, dopo i primi due anni lascia la scuola e spesso lo segue, per imparare il mestiere.

Intanto si guarda intorno: forse farà l’elettricista per tutta la vita, come suo padre, oppure, sebbene sia senza capitali, troverà un’attività in cui investire la sua energia, il suo talento e la sua intraprendenza. Così cerca altro e la prima occasione seria, quando ha circa vent’anni, è quella di banconista in un’azienda: lì Santo diventa un dipendente a tutti gli effetti e si occupa un po’ di tutto. Fa anche il ragioniere, tiene i contatti con i clienti, con i fornitori… e, intelligente com’è, comprende che non è impossibile realizzare qualcosa di proprio e farlo crescere, proprio come con il suo lavoro contribuisce a far crescere, nelle funzioni che gli competono, l’azienda in cui opera.

Lico Santo e i primi lavori

Metter su famiglia

Nel ’51 Santo si fidanza con Sina, una ragazza che conosce sin dall’infanzia: lei ha diciotto anni, lui 21, e presto, appena ci sarà qualche risparmio in più, potranno sposarsi.

Dopo qualche anno, il 28 luglio del 1954, Santo e Sina si sposano nella Chiesa di San Leoluca, a Vibo Valentia. Poi partono per il viaggio di nozze alla volta di Napoli. Non è usuale, a quei tempi, fare un viaggio così, in una città d’arte. Molti non se lo possono permettere: ma il lavoro di Santo consente quella piccola “pazzia”, del tutto meritata.

I figli non arrivano subito e intanto, prima che la famiglia cresca, Santo si dà molto da fare perché, anche questo gli diventa presto chiaro, non vuole fare il dipendente per tutta la vita. Desidera altro e sa di avere la capacità di concretizzare ciò a cui aspira: tuttavia i tempi non sono ancora maturi.

Lico Santo e sua moglie durante il matrimonio

Prove d’impresa

Una prima esperienza di attività in proprio ha modo di sperimentarla quando suo cognato Bruno, marito di Pina, una delle sorelle, investe nel commercio del Calcio Balilla, gioco arrivato da poco in Italia e che all’estero ha già riscosso un enorme successo. Ma, siamo nei primi anni ’50, nessun bar è disposto a fare questo acquisto per “intrattenere” i propri clienti. L’Italia è uscita da poco dalla guerra e i più ancora arrancano per cercare di uscire dal guado.

E così Santo ha un’idea: aiuta Bruno a “dare in prestito” i biliardini ai bar che sono interessati e condivide con essi il ricavato del gioco; inventa, insomma, una forma di noleggio che ancora nessuno pratica, a dimostrazione del fatto che le idee fruttuose e lo spirito d’impresa sono un talento naturale, che difficilmente qualcuno può insegnarti se non sei fatto in un certo modo. E Santo lo è: tanto da riscuotere un successo incredibile. Con i primi guadagni acquista un bellissimo e costoso regalo per sua moglie Sina che la colpisce a tal punto che ancora oggi ne parla con grande orgoglio.

L’intraprendenza di Santo sembra essere una dote di famiglia in quanto, insieme alla sorella Pina, decide di investire nel maglificio “Francon”, che decideranno di chiudere negli anni Settanta, in coincidenza con l’espansione dell’impresa individuale fondata da Santo qualche anno prima.

Fondazione della ditta individuale Santo Lico

Quasi un decennio prima, infatti, il 1° gennaio del 1960, Santo registra la sua azienda destinata alla realizzazione di impianti elettrici per civili abitazioni, avviando un’attività per la quale comincia praticamente dal nulla. Quest’impresa avrà lunga vita, rimanendo in tale forma societaria per oltre trenta anni.

I primi investimenti sembrano essere già un presagio dei futuri successi della ditta. Ciò è sicuramente permesso, oltre che dal lavoro fedele e costante dei primi operai, dalla versatilità d’ingegno e dall’innata capacità imprenditoriale di Santo.

La nascita dei figli

E intanto, ad allietare la famiglia, arriva la primogenita Letizia, che nasce nel ’61. Santo e Sina sono felicissimi: hanno sempre desiderato dei figli e il fatto che tardassero ad arrivare forse li preoccupava un po’. Sina è molto impegnata con la piccola e Santo, che già l’anno prima ha costituito la sua ditta individuale, medita sul da farsi.

La terra meravigliosa in cui è nato ha un tessuto economico molto debole e il divario con il Nord induce moltissimi a cercare fortuna emigrando.

Ma quant’è difficile pensare di dover abbandonare la propria terra d’origine! E la nascita del primo figlio maschio, Michele, nel ’64, e poi quella di Loredana, nel ’66, oltre a riempirlo di gioia, inducono Santo a rischiare il tutto per tutto: puntare pienamente sulla sua azienda, questo è quello che decide di fare, per dare un futuro migliore alla propria famiglia. Quando nasce infine l’ultimogenita, Daniela, nel ’72, l’azienda avrà già preso il volo

Lico Santo e famiglia

Gli anni Sessanta e Settanta

Quando il maglificio viene chiuso, Santo lascia dunque il lavoro come dipendente e si dedica completamente alla sua piccola azienda che, intanto, si è già abbastanza evoluta. Anche il numero degli operai aumenta: prima 7 o 8 e poi, pian piano, sempre di più. Da allora, in un crescendo, Santo continua senza fermarsi mai, puntando sempre sulla competenza e sulla qualità ma anche, e questo mostra la sua lungimiranza, sull’innovazione.

In quei decenni, negli anni ’60 e ‘70, la crescita dell’azienda si aggancia al boom dell’edilizia abitativa. La Lico Santo si occupa ancora di impianti elettrici per abitazioni civili e ha un giro d’affari prevalentemente circoscritto al territorio cittadino e della provincia. Ma il particolare intuito negli affari induce Santo a superare i confini del cosiddetto “immobiliarismo locale” e a istituire relazioni di lavoro con le pubbliche amministrazioni.

La grande crescita dell’azienda

L’azienda inizia a partecipare alle gare d’appalto con comuni, province, enti, regioni. Insomma, quando ritiene di poter fare il grande passo senza eccessivi rischi, Santo mette da parte i lavori per le abitazioni private e passa a quelli di impiantistica. A metà degli anni ‘80 indirizza la sua attività al settore delle Telecomunicazioni e a quello dei grandi impianti tecnologici: cabine di trasformazione, reti di distribuzione dell’energia elettrica, impianti tecnologici, impianti idraulici … insomma, tutto un altro mondo. È un salto di qualità notevole poiché questo momento segna il passaggio decisivo al settore dell’impiantistica in generale, all’acquedottistica e alle manutenzioni.

L’azienda è già solida, del tutto adeguata alla crescita che si sta attuando, e Santo è un uomo accorto, che conosce il valore del denaro e sa spenderlo con oculatezza. Ma non risparmia sulle cose importanti, anzi, investe nelle risorse migliori, sceglie gli operai più bravi, i professionisti e i consulenti più accreditati perché pensa che la qualità sia il suo punto di forza e agisce di conseguenza.

Cominciano ad arrivare, così, anche le prime commesse importanti, come quelle affidate dalla Cassa del Mezzogiorno e da grandi compagnie nazionali, tra cui Telecom, Enel, Terna, Tsf, Wind, Vodafone, Poste Italiane. Santo ha l’intelligenza e la bravura per accreditarsi presso le più grosse aziende del comparto e questo produce immediatamente i suoi frutti. E con l’Ingegner Basile che lo affianca come Direttore tecnico fin dalla metà circa degli anni Ottanta, Santo, senza alcun timore reverenziale, conduce con grande abilità trattative molto complesse. Ancora oggi, non è raro incontrare dirigenti che ricordano la sua ostinata caparbietà nell’ottenere commesse utilizzando l’innata dote dell’affabilità e dell’autorevolezza derivanti dalle sue competenze e capacità imprenditoriali.

E, proprio grazie alle Telecomunicazioni, lo scenario cambia: da Roma a Milano, da Torino a Mestre a Genova, la Lico Santo porta a termine lavori importanti. Adesso non è più una piccola impresa locale, ma un’azienda nazionale. Tanto che nel 2004 viene aperta anche una sede della società a Roma.

Un modo unico di essere e di lavorare

L’unicità e la peculiarità della storia dell’uomo e dell’azienda derivano dalla personalità di Santo, dal suo attaccamento al lavoro, dal rispetto degli impegni assunti anche solo verbalmente, dalla sua spiccata umanità nel concepire i rapporti interpersonali, dalle attenzioni che riserva ai suoi operai, nei cui confronti nutre un profondo senso di responsabilità. È pignolo a tal punto da sacrificare una parte di lucro per garantire la qualità del suo lavoro. Significativo in tal senso è un episodio riguardante i lavori di rifacimento di un grosso edificio per il quale il committente, al momento di rifinire la facciata, non ha più risorse sufficienti. Con grande tatto, Santo decide di completare la ristrutturazione a spese dell’azienda e di offrire le ultime rifiniture in dono al cliente per liberalità, cura dei particolari e anche per consolidare il rapporto di fiducia.

Santo ama definire l’azienda come la sua quinta figlia e come tale le riserva impegno e dedizione assoluti. È un uomo autentico, la sua simpatia e bonarietà sono contagiosi e risulta evidente a tutti che il suo non è un atteggiamento artefatto. Allo stesso modo, ha grande riguardo per le famiglie dei propri dipendenti poiché, come lui spesso ama dire, “dietro ogni operaio ci sono almeno altre quattro persone che vivono del suo lavoro”.

La gioia di diventare nonno

Gli anni scorrono veloci anche all’interno del nucleo familiare di Santo e Sina: i quattro bambini diventano presto adulti, e formano altre quattro famiglie, donando ai propri genitori la gioia di diventare nonni. Così se Santo è stato un papà severo, con i nipoti sarà un nonno dolcissimo.

Letizia ha due figli, Danilo e Federica. Loredana e Daniela ne hanno tre, rispettivamente Claudia, Marco e Alessandro, e Angelina, Carlotta e Davide.  Michele, infine, dà ai nonni la gioia e la soddisfazione di un nipote che si chiamerà Santo; Aurora e Antonio, gli ultimi due figli di Michele, nasceranno quando il nonno non c’è più.

Non avranno, purtroppo, modo di conoscere l’amabilità del nonno, il suo sorriso, i suoi scherzi e i buffetti che amava dare per esprimere il suo affetto. I nonni sono già stati padri: e così possono ricolmare i nipoti di tutto l’amore dato ai figli senza temere di viziarli. E questo li fa essere ancora più affettuosi e vicini.

Per i suoi nipoti Santo nutre un amore particolare, che rende unico il rapporto che ha con ciascuno di loro. La caratteristica peculiare del suo essere nonno è proprio questa: il fargli percepire quanto siano speciali per lui, ognuno a suo modo e con le sue caratteristiche.

Ecco perché, suo ricordo come imprenditore e come uomo, chi oggi guida la Lico Santo S.r.l. dedica proprio a loro questo breve scritto: la speranza è che l’esempio dato dal nonno possa illuminarne il cammino, anche se la strada che hanno scelto di percorrere li dovesse portare lontano dall’azienda che lui ha fondato e costruito. Siano questo testo, e la storia del nonno in esso contenuta, d’augurio a questi giovani per una vita lunga, piena di gioia e di soddisfazioni, alla luce dei valori appresi in seno alla famiglia.

Lico Santo e i suoi nipoti

Dagli anni Novanta: la depurazione e i servizi “chiavi in mano”

Negli anni Novanta la complessità del mercato richiede all’azienda la capacità di fornire servizi “chiavi in mano”. Per la Santo Lico si tratta di un passaggio nodale, che coincide, peraltro, con l’inizio dell’attività anche nel settore degli impianti di depurazione. I settori di intervento della Santo Lico, a questo punto, sono divenuti molteplici: le telecomunicazioni, gli impianti tecnici e tecnologici, gli impianti di trattamento delle acque e il settore manutenzione e gestione.

La manutenzione rappresenta l’ultima fase del lavoro, che inizia con la costruzione cui poi si aggiunge la realizzazione degli impianti tecnici fino a lavoro finito, chiavi in mano, e poi, ristrutturazione, riqualificazione e gestione, manutenzione e conduzione.

Santo Lico ha la grande perspicacia di comprendere, già alla fine degli anni ’90, che il futuro non sarebbe stato rappresentato dalle costruzioni ma dalla manutenzione. Lui intuisce questo ben prima della crisi economica del 2008, che metterà in ginocchio molto aziende poiché la tendenza prevalente diverrà quella di non costruire niente di nuovo ma, appunto, di manutenere e migliorare l’esistente. In un periodo critico, in cui il mercato edilizio è stagnante, la Santo Lico diviene, dunque, per i grandi player (Telecom, Enel, Poste Italiane, Terna, Wind) anche un’azienda di gestione.

Le onorificenze

I riconoscimenti per questo percorso straordinario non tardano ad arrivare: nel 1981 viene attribuita a Santo l’onorificenza di Cavaliere e, nel 1990, quella di Commendatore della Repubblica. Nel 1994 ottiene il premio per la Fedeltà al Lavoro e, per un certo periodo di tempo, la carica di Presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Vibo Valentia.

Ma lui non si monta la testa: la sua umanità non viene minimamente scalfita dai successi ottenuti. In grado di parlare, con altrettanta capacità di comprensione e di ascolto, sia con i vertici di grandi aziende che con i suoi lavoratori, ai quali annette un’importanza particolare, rimane e rimarrà sempre un “imprenditore operaio”, fiero delle sue maestranze (che sono arrivate, nei periodi di punta, a circa duecento unità, con un indotto di migliaia di persone), attento ai loro bisogni, pronto a venir loro incontro, là dove necessario.

La sua leadership è autorevole perché “naturalmente” riconosciuta da tutti.  La sua sensibilità e umanità sono una garanzia e nessuno gli dice di no perché lui stesso è il primo a essere disponibile con tutti. In tanti ricordano i viaggi fatti per accompagnare un malato o l’aiuto fornito con un prestito o la garanzia data per far accendere un mutuo o, ancora, il conforto sincero e il sostegno nei momenti difficili.

Una grande perdita

Nel 2001 Santo trasforma la ditta individuale in Società di Capitali (di essa fa parte anche il figlio Michele, che già da tempo opera al suo fianco) con la denominazione sociale di Lico Santo S.r.l. Nell’attività sempre più frenetica e complessa dell’azienda, affiancato dal figlio e dai suoi più stretti collaboratori, si divide tra la sede di Vibo e quella di Roma.

Preso dal lavoro senza un attimo di tregua, Santo è anche impegnato nel sociale, nel quale continua a spendersi in silenzio. Costruisce due pozzi in Africa e nel 2003 riceve, per la sua attività e il suo aiuto alle popolazioni bisognose, un premio dal Kiwanis Club di Castrovillari.

E l’attività dell’azienda continua a crescere in qualità e quantità, perché sono state affrontate nuove sfide nelle quali Santo, come ha sempre fatto, non solo non si è tirato indietro ma ha operato al meglio delle sue competenze, maturate in decenni di attività.

Lico Santo durante premio dal Kiwanis Club di Castrovillari.

Negli ultimi anni, desiderando il figlio Michele, che già dal ’90 lavora parallelamente anche in altre imprese di cui è titolare, maggiore spazio e autonomia, viene distaccato e destinato a lui il ramo d’azienda relativo alla depurazione e agli impianti di pubblica illuminazione.

Alla fine del 2007, quando Michele comincia a dedicarsi completamente alle proprie attività, ad affiancare Santo, sempre più oberato di lavoro, è la figlia Loredana. A lei il papà chiede di seguire la sede di Vibo, mentre lui si occupa quasi a tempo pieno di quella romana.

Negli ultimi mesi del 2009, arriverà in azienda anche il nipote Danilo, il quale, dopo la scomparsa del nonno, avvenuta all’età di 79 anni, il 27 dicembre del 2009, avrà l’onere, insieme a Loredana, della gestione della Lico Santo S.r.l. Trascorsi tre anni circa Danilo decide di lasciare l’attività, mentre Loredana, supportata dalla sorella minore Daniela, ne assume la guida e si fa carico di scelte difficili legate a tanti cambiamenti repentini del mercato e opportunità connesse con l’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione.

L’azienda oggi: innovazione, qualità e sostenibilità

Oggi in azienda il passato, il presente e il futuro, rappresentato dalle nuove generazioni, si sono fusi nell’originario progetto del fondatore Santo Lico, uomo sempre in anticipo rispetto ai tempi, pronto a recepirne i cambiamenti, con un atteggiamento proattivo e con una visione ampia e lungimirante.

Alla guida dell’azienda è Loredana, Amministratore Unico: a lei, dunque, l’onore e l’onere di gestire l’attività e di rappresentarla anche legalmente. A supportarla, con grande impegno e competenza, la sorella minore Daniela.

Questa guida al femminile in un settore tradizionalmente ad appannaggio maschile, soprattutto nelle aree meridionali, è un elemento di grande significatività assolutamente in linea con lo spirito innovativo che ha sempre contraddistinto la società. Loredana Lico  con umiltà, semplicità e pragmatismo, ha gestito con grande bravura la transizione e continua a condurre l’azienda secondo i principi appresi dal fondatore, consapevole che le nuove sfide impongono di stare al passo coi tempi per non essere tagliati fuori dal mercato. Nell’ottica di una piena sostenibilità ambientale, la Lico Santo S.r.l. continua a rispondere con rapidità e competenza alle esigenze sempre più complesse dei clienti nel settore degli impianti tecnologici, della gestione, manutenzione e conduzione di asset aziendali, della realizzazione di infrastrutture di telecomunicazioni e della fibra. Opera, oggi come ieri, nel campo energetico con impianti elettrici civili e industriali, centrali elettriche, cabine di trasformazione e sottostazioni, produzione di energia da fonti alternative, stazioni di energia e impianti speciali, di sicurezza, di telecontrollo e di telegestione. Essa è in grado di offrire un servizio circolare che coinvolge gli impianti, le strutture, le reti e quant’altro rientra nel processo funzionale del bene, dal momento che la corretta manutenzione e gestione è il plus economico su cui il cliente punta per ottimizzare i propri investimenti e da cui trae spunto per migliorare la tecnologia e l’efficienza nel tempo. Il global service e il facility management, cioè il servizio a tutti i livelli di gestione, manutenzione e conduzione di immobili civili e industriali è diventato oggi, coerentemente con la visione del fondatore, una delle punte di diamante dell’azienda.

La competenza e la qualità, quest’ultima attestata da un ampio range di certificazioni, così come l’innovazione e la formazione continua del personale, sono le carte vincenti di un’azienda che da sessant’anni è sul mercato, con standard e competenze consolidati nel tempo che i grandi player, clienti storici della società, continuano a premiare. Nel segno di una continuità che Santo Lico ha reso possibile con la sua dedizione, il suo esempio e la sua spiccata umanità.

A dieci anni dalla morte di Santo Lico i 60 anni dell’azienda: il ricordo di un grande uomo e di un grande imprenditore

Con questo breve scritto, voluto per i Sessanta anni dell’azienda, a dieci anni dalla morte di Santo Lico, si vuole rendere omaggio alla figura del fondatore, un uomo visionario e concreto al tempo stesso, capace di sognare ma con i piedi sempre ben piantati per terra, innovatore ma fedele ai principi di correttezza che hanno sempre guidato e contraddistinto il suo agire. Se chi lavorava con lui, parlando della sua moralità e della sua magnanimità, ancora non si stanca di dire che era uomo buono e disponibile come pochi, che non ha mai deluso nessuno o “che la sua parola valeva un contratto”, perché bastava una sua semplice stretta di mano, allora è davvero difficile pensare che Santo Lico non fosse una persona speciale.

Le imprese sono spesso il riflesso di chi le ha concepite e fatte crescere con passione e sacrificio, non solo il proprio, ma di tutti coloro che, a vario titolo, hanno concorso al loro sviluppo. La Santo Lico S.r.l., a 60 anni dalla sua fondazione, è, oggi come ieri, un’azienda solida e viva, capace di affrontare le fluttuazioni del mercato, del tutto in grado di esprimere al meglio i propri valori.

Quest’azienda,  che nel corso della sua attività ha assicurato occupazione a centinaia di persone, e che con il suo impegno e le sue capacità Santo Lico è riuscito a far fiorire, continua a tenere vivi i principi di equità e di giustizia che hanno animato la sua vita e la sua attività imprenditoriale.

Nel solco del passato, oggi l’azienda Lico opera con consapevolezza e competenza traguardando il futuro denso di nuove vincenti sfide!